CEMENTO DISARMATO
Too much sand in cement, is the alarm raised in the report of Legambiente "Ecomafia 2009." The following press release:
29/07/2009 13:06 Cement unarmed
dossier Legambiente In the list of works and the stories constructed with concrete "bogus"
There are roads, bridges, tunnels, schools, hospitals and even a courthouse, under construction in the Gela and a police commissioner, to Castelvetrano in the province of Trapani. And these are just some of the works in the long list drawn up by Legambiente in the file "Cement disarmed. Stories of a country at risk collapse, sand and concrete. " After the case of Agrigento the hospital association, to monitor the environmental situation of illegality in Italy has set up a real Observatory, collected in a document a list of works being investigated by the public prosecutors' offices around Italy. A common element of every story is the hand of organized crime to gain and makes money for their dirty business blacks saving on concrete and replacing it with sand. "What organized crime has in fact a kind of monopoly in the concrete market - said the vice president of Legambiente Sebastiano Venneri - is an indisputable fact. Just think of what happens in the province of Trapani where the state now owns 90% of companies producing concrete seized or forfeited to the members of the underworld, which until a few weeks ago provided the raw material for all the works of the area. As shown by a survey of police of Trapani - added Venneri - il quartier generale di Cosa Nostra sarebbe stato proprio nella sede della Calcestruzzi Mazara S.p.a, un’impresa della famiglia Agate, alleata di Matteo Messina Denaro”.
Tra le storie del dossier oltre a quella di Trapani, sempre in Sicilia, l’indagine della DIA di Messina che ha portato al sequestro di due impianti di calcestruzzo del valore di circa 50 milioni di euro che fornivano una materia prima di qualità molto scadente, come è emerso dalle intercettazioni tra i titolari della ditta riportate nel dossier. Seguendo la pista mafiosa la Procura di Caltanissetta, che ha decapitato i vertici siciliani della Calcestruzzi S.p.a, è arrivata fino in Veneto dove ha posto sotto sequestro i lotti 9 e 14 della A31 Valdastico. Analizzando i documenti sarebbero stati riscontrati significativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. E’ della Dda di Campobasso, invece, l’operazione con il nome che è tutto un programma: “Piedi d’argilla”. Oggetto i nove chilometri della variante ANAS di Venafro sulla Termoli San Vittore: sessanta milioni di euro, inaugurata meno di un anno fa e per la quale l’ANAS è stata costretta a sostituire il 57% dei pali di calcestruzzo con una spesa aggiuntiva di oltre due milioni di euro.
Tra i casi più emblematici nell’elenco di Legambiente anche quelli in Calabria come la galleria sulla Statale Ionica 106, dove solo la prontezza degli operai nel fuggire, ha impedito che si consumasse una strage. Il 3 dicembre del 2007, infatti è crollata una galleria in costruzione in località Palizzi e le indagini della Dda hanno chiarito in seguito che il calcestruzzo, fornito dalle imprese legate alle cosche locali, non superava le prove di resistenza. Sulla sponda tirrenica invece è a Tropea il caso della scuola media realizzata con cemento di qualità talmente scadente che l’ingegnere del Comune ne decreta l’immediata demolizione dopo aver verificato che i valori di resistenza del calcestruzzo in alcuni punti dei pilastri erano inferiori alla metà di quelli richiesti per legge.
E in questa carrellata non manca la Campania dove un’inchiesta dei carabinieri della Dda di Napoli ha portato al sequestro di un’impresa di produzione di calcestruzzo gestito dalla camorra e imposto come “pizzo” a tutte le imprese di costruzioni secondo lo standard tipico mafioso.
“Riteniamo – ha concluso Venneri - che questi casi siano solo la punta di un iceberg di un sistema che per trent’anni ha prodotto manufatti e opere soprattutto d’interesse pubblico sulle quali è necessario, a nostro avviso, un’azione di monitoraggio e severo controllo. Per questo chiediamo al Ministro delle Infrastrutture di avviare un piano straordinario che, partendo da ospedali e scuole, effettui una ricognizione sulla qualità del costruito”.
Il dossier
L’ufficio stampa 06 86268379 -99
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